venerdì 8 febbraio 2019

Ricordo ai gialloverdi che lavorano,



sempre che ci siano, perlomeno tra quelli che hanno responsabilità nelle aziende, che esportiamo in Francia merci per 40 miliardi l'anno e che abbiamo un surplus commerciale di 5 miliardi con i nostri cugini d'Oltralpe. Ricordo ancora che non esportiamo petrolio o qualche altra essenziale materia prima, ma prodotti che i consumatori scelgono in base ai propri gusti. Faccio notare, inoltre, che certi comportamenti non irritano solo Macron, ma una larghissima maggioranza dei francesi. Buon per Macron, forse. Certamente pessimo per i nostri affari. Due considerazioni numeriche per finire. Qualche tempo fa, per spiegare certi atteggiamenti filorussi del governo, si diceva della fondamentale importanza della Russia per la nostra economia e si rimarcava il danno enorme prodotto alle nostre industrie dalle sanzioni contro quel paese. In Russa esportavamo merci per 9 miliardi prima delle sanzioni e per 8 dopo. Quel miliardino, insomma, era più che sufficiente a giustificare un netto cambiamento della nostra politica estera. Con la Francia ci stiamo giocando, a conti fatti, 400 mila posti di lavoro. Pare, però, che non importino molto. Mentre la produzione industriale registra un crollo del 5,4 per cento su base annua (e un cinque per cento in meno, come sa chiunque abbia avuto a che fare con la produzione, è un vero crollo), è meglio che ci rassegniamo. Abbiamo scelto di farci governare dagli ultimi della classe? Non possiamo pretendere, ora, che capiscano qualcosa di matematica. O anche solo di aritmetica.Principio del formulario

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