sabato 9 giugno 2018

Populisti. Populisti.

Siete addirittura orgogliosi di essere chiamati così. Quando per capire poco basta niente. Pensate che sia populista chi fa gli interessi del popolo? Ma bravi. E chi decide chi è popolo e chi non lo è? Quelli come me, a cui fate orrore, non sono parte del popolo quanto vuoi? E quegli interessi, chi li stabilisce? E come? Non cercate di rispondere. Lo ha fatto per voi il nostro primo populista, il modello originale, Benito Mussolini, duce non per volontà della nazione, ma perché incarnazione della nazione. Perché imbevuto dello spirito di un popolo fatto a sua immagine e somiglianza. La cui opinione coincideva, per definizione, con la sua. Per questo le elezioni non servivano. Erano solo “ludi democratici” per spregevoli borghesi, amici della perfida Albione e dell’iniqua Marianna. L’Italia, la “grande proletaria”, si esprimeva nelle piazze. Era solo quella che riempiva quelle piazze. Ragionamenti dannatamente simili ai vostri. Anche voi pensate di essere tutto il paese; di essere il solo paese che conta. Sempre insofferenti di chi non la pensa come vuoi, subito bollato come elitario appartenente alla kasta, se non come traditore della Patria. Sempre smaniosi di fare un falò della democrazia liberale, con quei suoi tempi così lunghi e con tutte quelle ridondanti garanzie. Siete anche convinti che la maggioranza debba potere tutto e alla minoranza non resti che subire. Anzi, basta leggere certi commenti in rete, che debba sparire. Vi manca solo un capo/totem in cui riconoscervi, ma forse vi farete bastare Salvini. Per il resto sembrate pronti a indossare l’orbace o qualcosa che gli somiglia.

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