lunedì 11 giugno 2018

Salvini blocca i porti, voi esultate

e io potrei inondarvi di cifre. Mostrarvi una volta di più come siamo tra gli europei che hanno accolto meno rifugiati. Un quinto dei tedeschi, un decimo degli svedesi e molti meno anche dei “feroci” austriaci, rispetto alla popolazione. Potrei mostrarvi anche altre statistiche: come non ci siano quasi più rapine e siano in diminuzione anche i furti. Potrei ricordavi che l’anno scorso abbiamo avuto 350 omicidi, un sesto di quelli che avvenivano nell’Italia in cui siamo cresciuti e meno di un decimo di quelli cui assistevano ogni anno i nostri nonni, quando c’era lui. Preferisco dirvi del giornale della mia provincia. La Provincia, appunto. Un paio d’anni fa intervenne il prefetto, con una lettera aperta, perché la smettesse di strillare titoli isterici mentre il numero dei reati raggiungeva il suo minimo storico. Strilli che però continuano e sono arrivati al ridicolo. Rubata una bicicletta, titolava oggi. Sissignore: quel furto neo-realista è stato l’unico fatto “di cronaca nera” nel fine settimana di quasi un milione di abitanti. Questo e, non me lo invento, due “avvistamenti di ladri”. Persone che si aggiravano con fare sospetto. Va a sapere a giudizio di chi. Persone cui domani si potrà sparare, magari, grazie alla nuova legge sulla legittima difesa. Nuova e doverosa, immagino, per fornire qualche morto vero alle prime pagine. Non troppo diversa, nello spirito, dalle ultime iniziative del Carotone. Lasciamo stare le figuracce al G7, dove pare se ne andasse in giro seguito da uno scodinzolante italiano, un certo Conte, a me del tutto sconosciuto. Parliamo della sua nuova guerra contro il Canada. Guerra commerciale, s‘intende. Fatta di dazi su acciaio e alluminio per assurdi motivi di “sicurezza nazionale”: come se il Canada stesse per attaccare gli USA. Dazi privi di senso anche perché il Canada è il solo paese, o quasi, con cui la bilancia commerciale statunitense sia in attivo. Dietro la decisione di Trump, levata la sua personale antipatia nei confronti del primo ministro Trudeau, così sfacciatamente giovane e in forma, ci sono solo necessità di sceneggiatura. Quelle di una politica ridotta a reality che ha bisogno di continui colpi di scena per mantenere una base, un’audience, la cui unità richiede sempre nuovi nemici. Anche i più improbabili. Detto questo, vi lascio. Magari mentre sorridete dei disinformati elettori del Mid West, pieni di pregiudizi contro i canadesi (quasi socialisti e per giunta mezzo francesi) senza averne mai incontrato uno. Ricordate solo che proprio loro, magari ritrovandosi senza lavoro a causa di quei dazi, finiranno per pagare il prezzo del narcisismo trumpiano. Ora continuate pure ad ululare alla Rete la vostra felicità per quei seicento che forse non sbarcheranno da noi. Poveri disperati. Loro su quella nave e voi, sempre menati per il naso, eterna carne da cannone, davanti alle tastiere.

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