sabato 16 giugno 2018

Siamo tutti ostaggi.

Italiani e francesi. Ormai anche i tedeschi. Tutti ostaggi di un “sovranismo” che spinge i singoli stati all’egoismo, che li fa richiudere in se stessi, salvo poi ululare all’inutilità dell’Europa; di quella stessa UE che fa di tutto per sabotare. Pensate al pessimo Macron. Pessimo non per quel che ha detto, ma per averlo detto proprio lui, che in tema di rifugiati si è comportato da perfetto leghista. Scelte vili, le sue, cui però è stato spinto dalla presenza nel suo paese di Marine Le Pen e del Front Nazionale; cui è stato forzato da un’opinione pubblica sobillata proprio dai comparucci di Salvini. Un tre-tavolettaro d’eccezione il nostro ministro degli Interni (con licenza d’occuparsi di tutto, ma proprio tutto). Ferocemente antitedesco l’altrieri (ma prima sognava una Padania satellite della Germania) fino a stamane era ovviamente in guerra contro l’iniqua Marianna e domani forse attaccherà la Spagna. I paesi con cui prendersela, però, in tema di rifugiati sono altri. Nel 2017 la Germania ne ha accolti mezzo milione (524.185). La Francia del già citato pessimo ha comunque garantito asilo a 110.945 persone. Noi, invasi da milioni (in realtà sui barconi sono arrivati 119.247 ) abbiamo finito per dare asilo a 78.235 rifugiati. Subito dopo di noi, nella classifica dell’accoglienza, arriva la feroce Austria. Feroce ma che ha dato asilo, piccola com’è, a 56.285 persone. A non fare quasi niente sono proprio i paesi del gruppo di Visegrad cui Salvini vorrebbe accodare l’Italia. La Polonia, che non accetta rifugiati dal Nord Africa o dal Medio Oriente. L’Ungheria, che nel 2017 ha concesso asilo solo a un migliaio (1.216) di persone. Ungheria contro cui Salvini non dirà una sola parola. Anzi, che elogia. Governata da un altro dei suoi beniamini, Viktor Orbán. Idee da anni trenta (quelle idee) e solo quel minimo di rispetto delle forme democratiche ancora necessario di questi tempi. Un altro “sovranista. Anche lui, come tutti gli altri, impegnato ad erodere le fondamenta dell’UE. Con politiche che sembrano strettamente coordinate tra loro. Quasi là fuori un grande regista avesse organizzato il sequestro di tutto un continente.

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