domenica 29 aprile 2018

La scandalosa bavarese della libertà.

Ve la faccio breve. La storia. E anche la bavarese. Anche questo Venticinque Aprile, come ogni anno, a casa mia si è cenato tricolore. Ospiti i miei vicini, una coppia di amici e un branco di giovinastri. Amici di mio figlio ma invitati da me, convinto che al massimo ne venisse un paio. Solo che non sapevo della Casa de Papel. Dai, ha insistito con loro mio figlio, che si canta Bella Ciao. E loro sono arrivati tutti. E di corsa. Perché Bella Ciao va fortissimo da queste parti, appunto per via della Casa de Papel: un telefilm che la usa come colonna sonora in certi momenti topici. Questa sarebbe la storia. Passiamo alla bavarese. Sapendo che avrei avuto tanti ospiti ne ho fatte due. Bavaresi di fragole, ovvio. Con la panna e le foglioline di menta come guarnizione. I colori, appunto, della nostra bandiera. Senza troppa fantasia e senza troppa abilità. Seguendo la ricetta che potete trovare in qualunque angolo della rete. Si puliscono bene le fragole. Nel frattempo si ammolla la colla di pesce e si monta, non troppo ferma, la panna. Si scottano le fragole per quattro minuti in acqua bollente, si frullano, si lasciano raffreddare quindi, unico punto critico, si uniscono alla panna e alla colla di pesce, opportunamente filtrata per evitare grumi. Movimenti calcolati eh, usando una frusta, dall’alto verso il basso. Fatto questo, si deve solo versare il composto in uno stampo e mettere in frigo perché si rapprenda. Uno stampo da bavarese che avrei. Uno. Ma di bavaresi volevo farne due. Ci penso. Ci ripenso. Trovo la soluzione. Avete presente quelle ciotole tuttofare di metallo che vende Ikea? Quelle semisferiche? Ecco: ne ho usate due. Hanno funzionato. Le ho bagnate per bene prima di versarci le fragole. Le ho immerse per qualche istante in acqua calda quando, qualche ora dopo, le ho tirate fuori dal frigo, e le due cupole bavare e fragolose sono uscite benissimo. Anche la consistenza. Non proprio solida. Qualcosa più che gelatinosa. Morbida. Tremolante. Si può dire trepidante? Insomma: come doveva essere. Ho piazzato ogni bavarese in centro a un piatto rotondo, mi sono sbizzarrito con le foglioline di menta e della panna spray (non arricciate il naso; non avevo tempo di sacapochare e quantaltro) e ho finito di decorarle con delle mezze fragole. Una fragola sola, intera, invece l’ho messa proprio in cima a ogni bavarese. Ho controllato. Mi sono detto bravo. Sembravano di quelle che si comprano. Le bavaresi, dico. Sembravano a me, dico. Chiamo la figliolanza e gliele faccio portare in tavola, mentre io mi occupo della salsina che doveva accompagnarle (fragole, zucchero velo e succo di limone frullati assieme: vi ho detto che tra gli ingredienti non c’era la fantasia). Scendo con una salsiera in ogni mano e li trovo tutti che stanno ridendo. Bello, mi dico, questo sì che è spirito partigiano e resistente. Ridono e guardano le due bavaresi che i miei figli hanno messo una accanto all’altra in mezzo alla lunga tavolata. Rido anche io, sempre con le salsiere in mano, ma non capisco. Mi spiega E., ingegnere forestale, con la sua schiettezza di tecnico e di uomo dei boschi: “Carajo, Daniel, parecen dos tetas.” 
Non serve che vi traduca.

P.S. Scandalose o no, le bavaresi se le sono mangiate tutte, mentre gli amici di mio figlio hanno scoperto che gli italiani cantato per davvero Bella Ciao .A squarciagola.

Nessun commento:

Posta un commento