venerdì 11 maggio 2018

Siamo perdendo la Repubblica.

Non la seconda o terza. L’unica che abbiamo: quella nata dalla Resistenza, costata davvero lacrime e sangue. Ce la stiamo lasciando scippare e con lei l’idea di un’Europa unita dove non si potessero ripetere i massacri del Novecento. Secolo cui stiamo tornando. Non breve, come lo definiva uno storico che pure tanto ammiro, ma lunghissimo. Il secolo della nostra autodistruzione. L’età dei nazionalismi e dei fascismi che ormai sono riemersi. Finanziati dai nemici dell’Occidente, pare quasi certo. Pronti a essere braccio armato dei nuovi populismi. Il peggio della nostra storia a braccetto con il peggio della nostra cronaca. I giornali come clessidre. Notizie che gocciolano a scandire i secondi che mancano alla mezzanotte. La giunta leghista di Rho che pensa di festeggiare il 25 Aprile facendo sfilare un reparto di pseudo - SS. L’assessora regionale lombarda, eletta per meriti sciistici, che vaneggia di un “fascismo buono”. La giunta destrissima di Genova che manda un proprio rappresentante, eletto con Fratelli d’Italia, a una cerimonia commemorativa dei caduti repubblichini. Con la fascia tricolore delle occasioni ufficiali. Confondendo la pietà dovuta ai morti di ogni parte, quando non responsabili di crimini efferati, con i doveri istituzionali. Blandendo gli eredi di Salò, mentre interi quartieri della capitale sono in mani mafiose. Feudi di una criminalità che fa anche politica. Vicina a CasaPound, pare; vicina al M5S, pareva pure. M5S che ha ancora per portavoce, o per padrone, un pregiudicato che andava dicendo “l’antifascismo non mi compete”. Se non colluso pronto a colludere. Mo’vi mento che ha stravinto in Sicilia, riuscendo nel miracolo di fare campagna elettorale da quelle parti senza mai usare la parola mafia. Pronto a governare con una Lega ormai contigua al neo-fascismo, che a dir poco ignora le infiltrazioni della ndrangheta in Lombardia e raccoglie sorprendenti consensi in Calabria. Solo voci. Sospetti. Palese, invece, la compagnia di disinformazione di questi anni. La riscrittura della storia con la sinistra fatta diventare colpevole d’ogni male. Negando la realtà a colpi di “tanto sono tutti uguali” e grazie ad assurde equivalenze morali. Un vago sospetto di bustarella, a volte neppure quello, considerato più grave della negazione dell’Olocausto. Dando uno stranissimo significato alla parola onestà. Dimenticando la storia personale del comico chissà come entrato nella Rai più lottizzata. Dimenticando i 40 o 50 milioni di Euro di rimborsi elettorali fatti sparire dalla Lega e i disastri del berlusconismo. Lotofagi illusi da un nuovo che è solo distruzione di quel che i nostri padri hanno costruito. Con un apparato ideologico e un programma economico di stretta derivazione bananiera. Senza nessun coerente progetto. Usurpando la buona fede dei tanti convinti di avere trovato i propri vendicatori, ma ancora una volta destinati a pagare il prezzo di tutto. Come sempre e senza sconti.

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