giovedì 15 febbraio 2018

E’ una Caporetto americana.

Americana e non solo. Per i morti e non solo. Diciassette i ragazzi uccisi ieri in Florida. Avrete letto. Saprete. Conoscerete ogni dettaglio. Una scuola superiore. Uno studente espulso che si procura un fucile automatico e torna per fare una strage. Buona per le news. Buona per il business. Dal nostro inviato. Voce concitata. Poliziotti che vanno e vengono. Via con la pubblicità. Una strage, l’ennesima, dentro una carneficina. In America le armi da fuoco provocano ogni anno 30.000 morti. Tanti quanti a Caporetto, appunto. Ogni anno. E senza un Piave su cui ritirarsi. Comprare armi da quelle parti è facile come andare a far la spesa. Ci sono pochi controlli, se ci sono, anche per acquistare dei fucili d’assalto. Il problema, alla fine, è quasi tutto lì. Lo sanno benissimo anche gli americani. Non sono pazzi. Una solida maggioranza di loro vorrebbe che fossero introdotte limitazioni più severe al commercio di anni. Limitazioni che, però, è impossibile infilare in una legge. Perché c’è di mezzo il secondo emendamento? Il diritto costituzionale a portare armi c’entra poco. C’entrano i produttori di armi che comprano i politici all’ingrosso. Legalmente. Alla luce del sole. Soprattutto da quando la sentenza Citizen United consente donazioni illimitate per le campagne elettorali. Sì: ormai la democrazia è in offerta speciale. A farsi comprare sono soprattutto i politicanti di destra. Quelli che vorrebbero alzare muri per difendere i propri tremebondi cittadini. Tremebondi e con la mitragliatrice. Quelli così preoccupati per la sicurezza. Veri sepolcri imbiancati. Pronti a tutto per qualche voto in più. In particolare per quelli dei fanatici delle armi, che in certi stati sono comunque maggioranza e che ovunque sono pronti a votare compatti. Politicanti ipocriti come quelli dei nostri partiti dell’ordine. Ipocriti o mentecatti quando vorrebbero mettere una pistola nelle mani dei nonni per difendere i nipotini; quando vorrebbero fare “come in America”. Come in un paese che è esemplare. Che dimostra tutto quel che non si deve fare in tema di sicurezza. Che incarcera l’uno per cento dei propri cittadini, mentre nella sola Chicago avvengono più omicidi che in tutta Italia. Quasi il doppio, anzi. L’anno scorso a Chicago sono stati 650 (ma nel 2016 erano stati 771). Da noi sono stati 343. Il minimo da quando esistono le statistiche. Sei volte di meno che quelli che accadevano nell’Italia in cui sono cresciuto. Quindici volte meno, rispetto alla popolazione, che nella bianchissima e sicurissima Italia di quando c’era “lui”. Questi, però, sono solo numeri. Non dicono nulla a elettori bombardati da news che devono tener conto del business. Da titoloni e servizi speciali con il morto ammazzato. Perché la paura fa cassa. Perché i delitti procurano lettori e telespettatori. In questo sì, ormai siamo come l’America. Con il cervello lavato dagli stessi film e telefilm; dagli stessi giustizieri della notte e pistoleri che si fan giustizia da sé. Disinformati e spaventati. Pronti a votare il peggio sull’onda delle emozioni. Anche noi prossimi a una Caporetto della democrazia.

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