giovedì 7 dicembre 2017

A quando il morto?

Il pestaggio a sangue di un giornalista o di un oppositore, se non altro? Perché è questo che minacciano, no? Il non detto, il sottinteso. Quello che sta dietro quelle maschere e quei fumogeni. Una violenza che per adesso è trattenuta, ma che è lì, nell’aria. Che può scatenarsi da un momento all’altro. Ammetterlo è costatare l’evidente. E’ dire chiaro e tondo che Repubblica è stata minacciata da una squadraccia fascista. Che Forza Nuova è un’organizzazione fascista. A pochi giorni dall’incursione neonazista a Como, è riconoscere che in Italia, nel 2017, è tornata la logica del manganello. La conseguenza, anche, di certi ammiccamenti della nostra politica. Quelli di Beppe Grillo, per cominciare, se non altro per il suo peso nei sondaggi. Le porte del mo’vi mento saranno sempre aperte ai militanti di CasaPound, diceva tre anni fa. “Basta che abbiano i giusti requisiti”. Teste rapate, neofascisti, ma con i giusti requisiti. Una barzelletta che fa ridere solo chi è capace di tracciare equivalenze morali tra una mazzetta e un genocidio. Nella stessa occasione, l’ex comico affermava: “L’antifascismo non mi compete”. Roba vecchia, insomma. Ciarpame. Beppe Grillo che, peraltro, quanto a minacce alla stampa ha poco da invidiare agli squadristi. Poi civetta con i neofascisti il duo Salvini-Meloni. Bella coppia davvero. Uno che con il tricolore voleva pulirsi il didietro e l’altra che nello stesso tricolore si avvolge. Roba per palati forti. E per equilibristi della logica. A Como, secondo loro è avvenuta un’intimidazione non violenta. Oh yes: intimidazione, ma non violenta, e come tale da non perseguire. Anche perché, Salvini dixit, i neonazi non sono un vero problema: a fare paura sono gli immigrati. I tremendi vu cumprà contro cui lottano i coraggiosi sindaci padani. Assieme a loro, tra i camerati ad honorem, metteteci l’ex Bandana; Silvio I lo sdoganatore. I fascisti in parlamento li avevamo da sempre. Lui però li ha portati al governo. E con loro ha legittimato i progenitori della galassia nera che l’Espresso ha ben fotografato. Lo zar Vladimir (sempre lui) a dare una mano da lontano. Le Pen e i brexisti a metterci un po’ di soldini. (E pare che c’entrino pure i servizi segreti di Sua Maestà). Tante società, dei più vari settori, che fanno guadagnare alla causa (o a chi per lei). In più, la capacità, grazie ad associazioni/paravento, di succhiare altri soldi tanto all’odiata Unione Europea quanto ai fondi del cinque per mille. Altro che “rappresentiamo ogni italiano tradito da chi con la penna favorisce Ius soli, invasione e sostituzione etnica”, come recita il loro comunicato. Davanti alla sede di Repubblica, quelli mascherati come rapinatori difendevano la segretezza degli inconfessabili interessi economici dei loro capoccia. Finanziati dall'estero, un tempo si sarebbe detto al soldo di potenze straniere, non sono solo anti europei; sono il volto feroce dell’anti – Italia. In attesa che la magistratura si decida a fare il proprio dovere, i loro voti dovrebbero essere considerati tossici. Senza se, senza ma e senza benaltrismi. Per non essere complici, o almeno non esserlo fino in fondo. Per non rischiare d' avere la Repubblica sulla coscienza. E non parlo del giornale.

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