Branco
di narcisi. Tutti. Dal primo all’ultimo. Capi e capetti. Caporali. Il paese sta affondando. Rischiamo di avere dei nazisti in parlamento. Rischiamo di uscire definitivamente dal primo mondo (ammesso
di farne ancora parte); di andare gioiosamente
incontro alla bancarotta. Non importa come siamo arrivati
a questo punto. Non più. Non si tratta di attribuire colpe. Solo dovete ficcarvi
in quelle maledette teste
che siamo messi così. Che non c’è futuro. Non se vincono gli sfascisti. Lo capite? No. Preferite sognare. Di fare i ducetti. Peggio ancora, di fare la bella vita all’opposizione. Qualche
reboante dichiarazione di principio e nessuna
responsabilità. Bravi. Pensate
di essere furbi; fate a gara a chi le spara più “intelligenti”. Siete i degni eredi del compagno Bertinotti. Precisi e chirurgici come D’Alema, che non a caso è lì con voi: un campione dell’autocastrazione. Ciccino De Benedetti dice
che forse voterà scheda
bianca. Un genio anche lui. Come quel suo parente,
ex di tutto, padre nobile del giornalismo italiano (bella roba ...) e senile riscopritore del berlusconismo. Io invece voterò per uno di
voi. Non mi piacete, ma voterò per uno di voi. (E tra
voi, se non si fosse capito, ci metto anche Matteuccio). Non tappandomi il
naso; trattenendo i
conati. Semplicemente perché siete l’epatite
o il colera, ma non siete
ebola. E come me faranno milioni. So
benissimo di essere come tanti, di
essere solo ... statistica. Non sono un fottuto adolescente come voi. Saremo milioni
e voteremo un po’ questo
e un po’ quello e ... vinceranno
quelli là. E saremo finiti.
Come comunità nazionale,
morti. Puntiamo al 10 per cento diceva qualcuno di voi. Per
fare cosa? Per fare vedere agli altri compagnucci che ce l’avete più duro? Ma per piacere:
crescete! E ricordatevi almeno un po’ di storia. Togliatti
e Degasperi li avete mai sentiti nominare? Be’, in una situazione
non troppo peggiore dell’attuale
(avevamo i tedeschi in casa e le città in macerie, ma perlomeno c’erano i sogni e gli ideali) per il bene del Paese hanno lavorato assieme dal ’43 al ’47. Un
loro mignolo valeva come tutti quanti voi, ma la decenza
di indicare un candidato comune
alla presidenza del Consiglio dovete trovarla. Renzi? Gentiloni? Grasso?
Anche
il cugino Oronzo, purché sia presentabile
agli italiani. Un candidato comune e un programma minimo. Recupero
del potere
d’acquisto dei salari. Riforme, a cominciare
da quella della giustizia civile.
Il nulla o quasi che ci vorrebbe
per far ripartire l’Italia. Pochi punti, chiari, e la dimostrazione di avere una classe politica perlomeno maggiorenne.
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