mercoledì 6 dicembre 2017

Se vi sembra normale avete un problema.


Se vedere girare dei nazisti per le nostre città non vi annoda lo stomaco, non vi fa schifo, questa è la parola da usare, lo schifo istintivo, epidermico, che si riserva a quanto vi è di più disgustoso, avete un problema. Al cuore e al cervello. Vale per tutti. Anche per i comici prestati alla politica che tre anni fa dichiaravano “l’antifascismo non mi compete”. Ho scritto  queste righe dopo aver visto quel che è accaduto a Como. Un branco di naziskin ha interrotto la riunione di un’associazione per l’aiuto agli immigrati. Il nazi-capoccia ha letto un comunicato (su cui tornerò) prima di andarsene salutando con un “continuate pure a rovinare la Patria” o qualcosa del genere. Un episodio? Sì, ma tra tanti, troppi. A farmi riprendere questo articolo è la manifestazione dei militanti di Forza Nuova davanti la sede di Repubblica. Un altro branco. Questa volta con i volti coperti da maschere e impegnato a lanciare fumogeni. Si tratta solo di sparute minoranze? Leggi i commenti in Rete e capisci che possono contare su un’area di consenso non trascurabile. Pensi a quanti pochi siano i nostri giovani e ti rendi conto che tanto sparuta quella minoranza non è. Quelle teste rasate non sono un’anomalia statistica; sono un fenomeno sociale. Non basta condannarle; dobbiamo capire da dove arrivano. Spiegarcele. 
Un decennio fa, sentendo certi discorsi nelle fabbriche, di fronte alla direzione che il paese stava prendendo, ero pronto a scommettere su un ritorno del terrorismo. Vedevo un’intera generazione condannata al sottolavoro e al precariato, pagata sempre e comunque poco, sicuramente meno di quanto lo fossero le precedenti, e immaginavo che qualcuno, prima o poi, sarebbe tornato a impugnare le pistole. Quel malcontento ha preso un’altra direzione. Per certi versi, l’unica disponibile. Le grandi narrazioni del ventesimo secolo non sono tutte fallite. Una non ha fatto in tempo. E’ stata sconfitta prima, ma solo dal punto di vista militare. Certo, parlo del nazifascismo. Sul fronte della propaganda, poi, il fascismo italiano ha stravinto. E’ stato un regime tra i più corrotti, con una politica economica ridicola che ha portato il paese sull’orlo della bancarotta alla vigilia dell’entrata in guerra. E’ ricordato come una specie di governo degli onesti che faceva arrivare i treni in orario. Soprattutto, esattamente al contrario di quanto accadde (durante il ventennio gli stipendi reali sono sempre e solo diminuiti), come l’autore di una specie di miracolo economico. Ovvio che attragga, ora. Leggevo che sta crollando la motorizzazione giovanile. Vent’anni fa più della metà dei giovani aveva un’auto. Oggi solo un terzo. Grazie al “car pooling”, come ha scritto qualcuno? Ma va! Grazie ai seicento Euro il mese guadagnati da tanti. Grazie a stipendi che sarebbero da fame; con cui non puoi permetterti di mangiare, altro che auto. Il condizionale è legato all’aiuto delle famiglie. Figli e nipoti guadagnano pochissimo, ma poi ci pensano papà e nonni. Abbiamo sostituito la paga con la paghetta. Con la mancia. Abbiamo, di fatto, espropriato i giovani della loro dignità. Il risultato di una serie di scelte scellerate. Scelte nostre, si badi bene. Il nazi-capoccia, nel suo discorso, se l’è presa con gli immigrati, ovvio. Assieme a loro ha tirato in ballo l’Europa, la globalizzazione ... Tutto l’armamentario del nostro populismo. Un populismo che sceglie di ignorare un semplice dato: l’Italia non ha mai esportato tanto quanto ora; ha stravinto la sfida della globalizzazione. A condannare i nostri giovani non è stato l’Euro come non è la concorrenza cinese. E’ stata la difesa a riccio dei diritti (o privilegi) acquisiti. Dagli individui come delle categorie. La sponda costantemente offerta all’evasione fiscale. Il sistema pensionistico più costoso (in rapporto al Pil) dell’Occidente. Uno stato che consuma metà della ricchezza nazionale (un percentuale da paese scandinavo) per non dare né vere borse di studio, né veri aiuti alle famiglie, né fare edilizia pubblica; che usa fino all’ultimo centesimo in stipendi e, ancora, pensioni. Gli stipendi e le pensioni con cui hanno sempre comprato il consenso i nostri governi di ogni colore. A cominciare proprio da quello mussoliniano e per finire con le amministrazioni leghiste. Cose risapute, ma che la politica continua a tacere. Per non perdere voti. Perché fare qualcosa a riguardo, destinare ai giovani qualche risorsa in più, scontenterebbe legioni di elettori. Molto meglio prendersela con gli immigrati o con l’Euro; con i mai precisati poteri forti come con le mai ben individuate elite. Il nazista con il cervello imbottito di spazzatura è il risultato logico di tutto questo. In fondo fa solo un passo in più rispetto ai milioni che si lamentano ma non sono disposti a cambiare in nulla. Aggiunge gli ebrei (di cui di solito non sa nulla) all’elenco dei capri espiatori, ma per il resto si limita ad avvolgere in una bella svastica tutto il ciarpame che le nostre tante destre (abbiamo anche le destre a propria insaputa) hanno fatto passare per politica negli ultimi vent'anni. E’ il figlio feroce di un paese che non ha proprio nulla di rivoluzionario; di un’Italia visceralmente, pervicacemente, immobile.

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