mercoledì 20 dicembre 2017

Il sergente maggiore Rigoni Stern, caro Sebastian, era uno vero.

Croce di Guerra al Merito e Medaglia d’Argento al Valor Militare. “Fulgido esempio di ardimento, capacità e di sprezzo del pericolo, ” dice la motivazione. Poi, dopo, è diventato scrittore, un grande scrittore, ma prima è stato un eroe. I suoi alpini lo ricordavano capace di fermare da solo, con la sua Breda, una compagnia di russi all’assalto. Robe che quelli come te hanno visto solo al cinema. Come te e tutti gli altri nazionalisti da operetta che stanno appestando l’Occidente. Lui, invece, la guerra l’aveva provata sulla pelle; si era visto morire attorno tanti compagni. Morti che si portava dentro; che erano il peso del suo zaino. In fondo, il suo libro più importante lo aveva scritto per loro. Morti che gli facevano compagnia, quando passeggiava nei suoi boschi. La cui memoria ha onorato fino all’ultimo dei suoi giorni. Anche in un discorso che ha tenuto a una platea di giovani nel 2007, quando gli restava un solo inverno da vivere. “Voi siete l’Europa, ragazzi,” ha detto loro: “Oggi non potere neppure immaginare una guerra contro l’Austria o la Francia, perché voi siete l’Europa.” Non solo. “In guerra e in pace ho viaggiato ovunque nel nostro continente, e siamo tutti uguali,” ha poi spiegato: “Parliamo lingue solo un pochino diverse, ma tra noi non ci sono vere differenze.” 
Capito, come ragiona un vero patriota? Altro che etno-nazionalismo. 
Tu, piuttosto, ci credi davvero a certe cavolate?
Guarda che nell’impero di Franz Josef, dove si parlava una dozzina di lingue, quelli come te non erano visti di buon occhio. Il nazionalismo su base etnica, è da prussiani, non da austriaci. Hai presente Fichte, i “ Discorsi alla nazione tedesca” ...? No? Qualcuno ti avrà almeno spiegato cosa è successo il 12 marzo del 1938? Neanche? Diciamo che Adolf Hitler, in base a considerazioni etnico-linguistiche, ha deciso di offrire il passaporto tedesco agli austriaci. E l’ha portato loro con i carri armati. Vedi: i confini meglio lasciarli stare, in attesa di levarceli tutti per davvero dalle scatole. E i nazionalismi, anche: ci sono già costati decine di milioni di morti. Intanto, ho visto che hai corretto il tiro. Bravo: siamo in un’epoca di cazzari e, anche per un cancelliere austriaco, non c’è niente di male nell’ammettere di essere uno di loro. Con noi italiani, poi, nessun problema: siamo già abituati ai nostri e sono una legione.

P.S. Per chi volesse vedere il sergente maggiore Rigoni con gli occhi di un suo commilitone, il libro da leggere è "I lunghi fucili", di Cristoforo Moscioni Negri. Vedo che è stato recentemente ristampato da Il Mulino.

Nessun commento:

Posta un commento