martedì 30 gennaio 2018

Lo so, non hai mai lavorato e certe cose non le capisci.

E a scuola non dovevi essere un granché, specie in geografia. Altrimenti non ci avresti messo anni a comprendere che l’idea di dividere a pezzetti l’Italia era un’idiozia. Guarda una cartina. Vedi cosa ha di speciale? Taglia in due il Mediterraneo ma si allunga a Nord fino a sfiorare il cuore dell’Europa. I nostri antenati si sono scelti una delle posizioni più strategiche del pianeta. Potevano avere contatti diretti con tre continenti. Non alzavano muri: accoglievano mercanti e idee e, proprio per questo, l’Italia è stata per quasi tutta la sua storia il paese più prospero dell’Occidente. I secoli bui? Da noi faceva scuro. Nel resto d’Europa erano tenebre. In più, grazie a tutti quegli stimoli, grazie a tutte quelle influenze, quasi non abbiamo potuto evitare di fare cose belle. Da sempre. Almeno dai tempi degli Etruschi. Cose belle e città bellissime. Sono le nostre accademie e le frequentiamo dalla nascita. Per questo, nonostante quelli come te, continueremo a produrre bellezza. Non perché ce l’abbiamo nel DNA. Non perché siamo “sensibili”. Se un ragazzo italiano è interessato a linee e forme, però, anche in una piccola città di provincia può trovare un intero repertorio di curve e superfici; di ritmi e armonie. Cresce dentro il bello e quasi per natura il bello comincia a uscirgli dalla punta della matita. Secondo te, perché vendiamo tanto, in giro per il mondo? Il vecchio Lukacs diceva che la bellezza ha il potere di riscattare l’uomo dagli orrori della società di classe. Di certo la classista società globalizzata ha una fame di bellezza che noi siamo pronti a soddisfare. Perché sappiamo disegnare e, soprattutto, fare. Lo abbiamo imparato in millenni. Abbiamo mestiere. Tu non hai idea di cosa sia? Guarda questa statua: Apollo e Dafne. Forse Bernini l’ha concepita in un istante, folgorato da un’intuizione. Quello foglie tanto sottili, però, scolpite nel marmo, così duro e così fragile, sono appunto frutto del mestiere; di una forma mentis, di un modo di analizzare i problemi e semplificarne le soluzioni, che sta al cuore di qualsiasi tecnica. Se sai fare quelle, con qualche aggiustamento puoi fare qualunque cosa. Anche le macchine utensili di cui oggi siamo tra i massimi produttori mondiali. Torni e frese che, unite a tutte le altre cose belle che fabbrichiamo ci rendono un grande paese esportatore; il secondo della UE, subito dopo la Germania. Incredibile? Per te, di sicuro. Consideri l’Italia una nazione di serie B, che va protetta con dazi e barriere. (L’esatto contrario della realtà.) Pensi sia una specie di repubblica delle banane che può restare aggrappata al primo mondo solo grazie a giochetti di politica monetaria. (E poi? Paghiamo il petrolio con i soldi del Monopoli?) Parliamoci chiaro. Non l’amavi da giovane, altrimenti non saresti entrato nella Lega. Continui a non amarla ora, da segretario di quel partito. Perché non la conosci. Perché non la capisci. Perché sei senza arte né parte e non sai riconoscere quanto vale, anche in Euro, la bellezza.


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